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Come migliorare i suoni della nostra quotidianità e rendere più piacevole il nostro habitat

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Le nostre città hanno cambiato veste: nelle strade desolate regna il silenzio e il nostro stato d’animo è dominato dalla percezione di una pace strana e surreale.

Dove sono finiti i suoni e i rumori?

Nel paesaggio sonoro privo del consueto sottofondo cittadino sembra che ci siano solo eventi sonori sporadici, come le sirene delle ambulanze e le campane delle chiese.

Ascoltiamo alcuni suoni che, ripuliti dal contesto del background cittadino, ci inquietano, ci spaventano e altri che si rivelano a noi, per la prima volta nitidi ed evidenti, perdendo la loro connotazione negativa e rivelando la loro unicità.

Siamo in guerra con un’entità invisibile, che nulla ha a che fare con l’angoscia generata dai rumori assordanti delle bombe e degli spari, ma che ci rende ancor più suscettibili nel dover identificare ogni persona come possibile portatore di contagio, quasi alla stregua di un presunto nemico.

La pandemia e il lockdown hanno stravolto i ritmi della vita quotidiana e la fruizione degli spazi, riducendo fino a azzerarla la frequentazione degli spazi aperti, e rendendo assidua se non costante l’occupazione degli spazi costruiti privati, in particolare le abitazioni, trasformate da dormitori a porti sicuri.

Il silenzio della città che ci circonda, si manifesta come l’emblema dell’isolamento in cui ci sentiamo imprigionati.

Ma le case sono prigioni o rifugi?

Come influiscono i suoni degli ambienti di vita, nella percezione positiva e negativa dell’habitat?

Per sopravvivere a questo periodo della nostra storia e della nostra vita, e all’incertezza riguardo alla sua durata e alle tracce indelebili che è destinato a lasciare, è necessario che le dimore non diventino prigioni.

Dobbiamo fare in modo che le nostre case ci proteggano da un virus tanto sconosciuto quanto temuto, ma che la pur limitata visione e ascolto del mondo circostante, che penetra dalle nostre finestre e attraverso i muri di confine, sia tale da farci apprezzare ogni piacevole immagine e suono di vita che possono darci benessere.

Il comfort globale nelle nostre case

E’ necessario che le nostre abitazioni siano accoglienti e confortevoli, rispondendo ai requisiti del global comfort design.

Il comfort globale si basa sul principio di massimizzazione del gradimento degli ambienti e della soddisfazione complessiva degli utenti, nell’ottica di una percezione multisensoriale. I progettisti si interfacciano oggi con la necessità di considerare la qualità acustica come elemento fondamentale del global comfort degli ambienti abitativi, delle scuole, degli ospedali e degli spazi destinati allo svolgimento di attività lavorative.

Fino a oggi, le poche ma significative esperienze di progettazione con attenzione al comfort globale si sono limitate a spazi pubblici e privati di particolare prestigio e gli interventi importanti di isolamento acustico hanno riguardato la coesistenza di rumorose attività commerciali con il diritto al riposo dei cittadini, spesso già compromesso dal traffico veicolare.

Quanto sarà opportuno ripensare anche al ruolo dell’acustica degli ambienti in virtù dei cambiamenti connessi alla pandemia e rimodulare gli interventi di mitigazione del rumore e di miglioramento acustico dei nuovi habitat!

 

L’esistenza si svilupperà sempre più intorno al focolaio domestico e per questo sarà importante in prima battuta evidenziare e accrescere il livello di comfort globale delle abitazioni. Saranno poi gli spazi pubblici e gli ambienti di lavoro, ridefiniti in base a nuove regole “anti-contagio” a dover essere riprogettati, non solo in termini di layout con postazioni distanziate ma anche dotandoli di impianti e sistemi di sicurezza che consentano da un lato di rispettare le regole, dall’altro di dare serenità alle persone che li frequentano.

 

Il global comfort fa riferimento a un set di variabili che rappresentano i diversi aspetti della qualità edilizia, architettonica, impiantistica, e ad altri parametri legati alla percezione del benessere, mostrando una stretta correlazione con la salute delle persone e con la fruibilità e funzionalità degli ambienti. In questo contesto, un ruolo cruciale è svolto dalla progettazione della riqualificazione acustica, distinta tra acustica edilizia e acustica architettonica.

  • L’acustica edilizia riguarda l’isolamento degli edifici e degli ambienti che ne fanno parte dal rumore proveniente dall’esterno e dagli ambienti confinanti.
  • L’acustica architettonica riguarda la qualità acustica degli spazi e rende confortevole l’ascolto dei suoni al loro interno.

Per entrambe ci sono a disposizione dei progettisti, norme e regole di buona tecnica, filosofie e metodi di progettazione, strumenti per la modellazione e materiali per costruire e arredare secondo i principi del comfort.


Applicare questi principi e utilizzare questi materiali nelle nuove edificazioni e ristrutturazioni, sarà una chiave, possibile e importante, per una efficace ripartenza dell’edilizia abitativa e funzionale tesa ad aggiungere suoni belli e positivi agli habitat che caratterizzeranno il nuovo tempo.

 


Prof. Ing. Sergio Luzzi

Esperto di acustica ambientale

Presidente e Direttore Tecnico Vie en.ro.se Ingegneria

sergio.luzzi@vienrose.it


Dott. Paola Pulella

Laurea magistrale in Ingegneria Edile - Architettura

 

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